Si può fare! FabLab Alterini Arezzo

Da urbinate Arezzo per me è sempre stato un punto di caduta naturale, oltre l’appennino, con San Sepolcro e Monterchi sulle tracce di Piero della Francesca. Un giuntura di Toscana, Umbria, Marche e Emilia Romagna. Guardarla in mappa sembra competere con il birillo rosso del biliardo del caffé centrale di Foligno per il primato di centro d’Italia. Città di commerci e di produzione. Tessuti, metalli, oro in particolare ma non solo. Materiali con cui ha molto a che fare la piccola storia di cui parliamo che, direi, è anche storia di donne. È Gino che facendo l’autista di camion nel Corno d’Africa mette insieme un gruzzolo significativo che sarà necessario ad avviare l’azienda ma è Angiola sua moglie che, rimasta ad Arezzo, gliela fa trovare avviata mettendo in piedi una attività di robivecchi: stracci, ferrami, pellame, carta, vetro. Materie prime da economia circolare. È proprio vero che non si inventa mai niente.

Leggi l’articolo completo